Oggi stavo scrivendo al computer con la finestra del balcone aperta quando improvvisamente sento un bambino urlare e piangere in strada. Mi precipito per vedere cosa stesse succedendo. Stavano passando una mamma con un bimbo piccolo nel passeggino e un bambino di circa quattro anni urlante mentre lei lo trascinava per un braccio, non preoccupandosi né di fargli male, né che urlasse e piangesse disperatamente. Il bambino la pregava di lasciargli il braccio e l’unica cosa che ho sentito dire da questa mamma è stato: “Quando uno vuole una cosa deve imparare a comportarsi”.
È straziante vedere queste scene, giudicate dalla maggior parte delle persone “buona educazione”. È triste che siano accettate come la normalità, come un modo lecito di insegnare ad un bambino a comportarsi.
Certamente questa mamma non è consapevole del male che sta facendo a suo figlio. Del fatto che in realtà gli sta dicendo “ti accetto e ti voglio bene solo se ti comporti altrettanto bene!” e che per questo lo renderà insicuro, fragile, dipendente e sempre bisognoso di approvazione. Non credo si renda conto che il suo modo di educare è violento e che sta calpestando il diritto di essere rispettato di suo figlio.
Ma prima o poi, dovrà guardare in faccia suo figlio e raccogliere la sua frustrazione, il suo dolore, la sua rabbia e la sua tristezza. Prima o poi l’effetto dei suoi gesti tornerà per chiedere giustizia.
C’é sempre un altro modo per insegnare ad un bambino quello che ha realmente bisogno di imparare. Un modo gentile, rispettoso e certamente più costruttivo. Un modo che possa lasciargli nel cuore un dono e non una ferita.
sono d’accordo e mi piace molto il tuo blog, un saluto
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Grazie di cuore Antonella ❤
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Il poat è moilto interessante
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